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I quadri di Laura Ruberto sono storie che si sovrappongono, strati di ricordi che si combinano e si fondono per dare vita a rappresentazioni nuove.

In quasi tutte le sue opere il racconto comincia dalla tela: stoffe di lino o cotone che provengono da vecchi corredi di nonne e zie. Questi tessuti, testimoni di tempi passati, vengono ancorati al telaio di legno per offrire un supporto poetico alla narrazione che seguirà.
Una mano di fondo acrilico e la nuova raffigurazione può prendere forma con elementi inattesi che provengono da realtà differenti e che portano con sé altri frammenti di storie: ritagli di tele dipinte in passato che, se non rispondono più alle sensibilità dell’artista, possono essere riusate per creare nuove emozioni e tanti racconti diversi.                                                                                                                      
Patrizia Serra
 

L’arte di Laura Ruberto è un continuo divenire, espressione di un’incessante ricerca da parte dell’artista. Il suo approccio, capace di offrire prospettive diverse, arricchisce la narrazione visiva e invita lo spettatore a vivere un’esperienza sensoriale che sfida le convenzioni. La sovrapposizione di materiali e interventi pittorici dà vita a un dialogo tra realtà e immaginazione, in cui l’atto creativo diventa uno strumento per esplorare le complessità dell’esistenza.

Le sue opere sono un intreccio di storie e memorie, ogni tela diventa un palcoscenico per un racconto che trascende il tempo. I materiali utilizzati, vecchie stoffe, parti di tele dipinte in passato ma non più soddisfacenti, fili, corde e altri elementi, si trasformano in testimonianze di una storia collettiva, rinata attraverso il processo creativo. La scelta di questi materiali non è casuale: essi fungono da catalizzatori emotivi, conferendo a ogni opera una dimensione personale e intima.                               Maria Teresa Majoli

                                                                                   
La prima cosa che mi ha colpito guardando le opere di Laura Ruberto, è stato il suo
rigoroso ordine geometrico, risultato dell’interazione tra la forza del Caos e il principio

che tende all’ordine. Con i suoi colori ritroviamo l’armonia e la melodia, mentre le sue geometrie c' invitano a cogliere il senso delle cose. Le piccole forme e i materiali posti sulle superfici dei quadri,  fanno pensare sia a un voler inglobare energie esterne e ignote, sia al desiderio di protendersi oltre scomodi limiti. 

Si percepisce il desiderio di dare un contorno preciso alla complessità della vita, forseper un bisogno dell’artista di controllare la realtà.

O forse nella consapevolezza che, di fatto, la libertà non esiste.       Franca Bernardini          

Questo soprattutto mi affascina: la rivelazione di ciò che c’era e di ciò che poteva esserci, tutto un mondo brulicante di infinite potenzialità fino a quel momento rimaste crisalide. 

Come se, lungo il percorso di tutti i giorni, nella ben nota consuetudine, si spalancasse l’altra faccia delle cose, sgorgata da prospettive inattese, prismatiche

e scintillanti, acuminate e fiabesche, o anche nebbiose, inquietanti e allusive, in una ridda appassionata di re-invenzioni. E lì ritrovo la mia patria: la terra del reale impossibile e dell’irreale possibile,

dove hanno scaturigine anche i miei scritti.                                             Gisella Gerosa

Due immagini scaturiscono in me guardando le opere di Laura Ruberto: 

un grande e pacifico femminile tondo, morbido e accogliente, pieno di luci di terra e di mare, e l’incursione di un maschile spigoloso, appuntito, verticale,

a spezzarne la quiete.                                                                            Patrizia Nastasi                              

Per quanto le sue opere siano intimamente legate nell'esperienza personale, nei ricordi e nel sentimento dell’autrice è altrettanto evidente il suo interesse nel sociale, nelle delicate questioni riguardanti una parità di nascita e di genere che talvolta sembrano irraggiungibili. Materiali non canonici per una tela (pezzettini di stoffa ricoperta di gesso, frammenti di vecchie tele di quadri, fil di ferro e chiodi trovati per strada) che Laura incolla sui suoi fondi colorati, aiutano ad andare oltre la bidimensionalità del quadro, spingendoci verso un’apertura a nuovi orizzonti, ad altre storie, verso un’abolizione di confini

in cui il colore è la primaria guida di sentimenti e concetti.                      Gaia Rescigno

Laura Ruberto ha esposto a Mortara (PV),

al castello Isimbardi di Castello d’Agogna (PV),

a Castell’ Arquato (PC).

A Milano nelle gallerie: Spazio libero 8, La galleria degli artisti, ArTè galleria, Ai Binari, galleria Eustachi, in biblioteca Sant’Ambrogio e presso El Barbapedana. 

A Livorno presso la galleria Il Melograno.

A Genova presso la galleria Casana 11,

Presso la galleria Furio del Furia a Foiano della Chiana.

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